Il discorso del Sindaco di Carpi Alberto Belleli
Signor Presidente,
Benvenuto a Carpi. Il 25 Aprile per la nostra città è una data particolarmente emozionante: Carpi è Medaglia d’Oro al Valor Civile e Medaglia d’Argento al Valor militare, qui hanno avuto luogo l’eccidio di Piazza dei Martiri, la Battaglia di Budrione e quella di Cortile, le stragi del Poligono di Cibeno e di Curva Cattania; sulle nostre strade si possono contare oltre 60 cippi partigiani. E qui ricordiamo il ruolo e il coraggio delle donne nella lotta di Resistenza: proprio pochi mesi fa in occasione del 70esimo anniversario del Voto alle donne abbiamo dedicato la nostra sala consiliare alla prima Consigliera comunale eletta dopo la Liberazione, dottoressa Maria Podestà.
In questa città parlare di memoria è parlare della nostra identità, non è celebrare qualcosa ma è ricordare fatti, persone, avvenimenti, pezzi importanti della nostra storia e della nostra vita di comunità. E’parlare del nostro Dna. Abbiamo l’occasione oggi, Festa della Liberazione, di ricordare l’esperienza del secolo breve e insanguinato che è stato il Novecento e che in maniera drammatica ha attraversato le nostre terre, un secolo fatto di tragedie, di guerre ma anche di grandi conquiste sociali e politiche: e da quel cammino nato dall’antifascismo, dalla Lotta di Liberazione e dalla nascita della Carta Costituzionale vissuta ed interpretata dalle generazioni che ci hanno preceduto che è nato quello spirito e quella coesione sociale cha ancora oggi ci caratterizza e che ci ha aiutato nei giorni difficili del terremoto del 2012. Il patrimonio più importante con il quale affrontare le sfide di un mondo sempre più complesso. Anche in questi giorni nei quali la nostra città è stata scossa da un grave atto che ha colpito l’istituto Meucci la nostra reazione deve essere unita nella condanna e nella pretesa di legalità e non dissolta nel tifo di parte e nella provocazione.
Fare memoria significa rinsaldare il rapporto tra i cittadini e le istituzioni, quelle stesse istituzioni che vengono messe nella quotidianità e nel dibattito politico nazionale spesso sotto accusa, attaccate. Oggi è il momento di fare questa riflessione, e anche di ragionare dei simboli del nostro territorio.
Lei, Presidente, ci ha oggi onorato di una visita e di un momento che proseguirà nel pomeriggio al Campo di concentramento di Fossoli; un sito fondamentale per la storia della nostra città e che al tempo stesso vuole essere un monito per tutto il nostro paese. Da qui passarono Primo Levi, Odoardo Focherini, passarono tante persone che vissero in una situazione di reclusione i drammi e la tragedia della deportazione. E fu qui che nel dopoguerra trovò sede la comunità di Nomadelfia di don Zeno Saltini e poi il Villaggio S.Marco che ospitava i profughi giuliano-dalmati. Sono poi condivisi da tutti i livelli istituzionali, Comune, Regione, Stato, gli interventi per valorizzare e riqualificare il Campo, ormai diventato una tappa fondamentale del Percorso della memoria cittadino e che comprende anche il Museo Monumento al Deportato: un unicum nel nostro paese, nato sulla scia della prima mostra italiana sulla deportazione del 1955 esposta proprio a Carpi. Campo di Fossoli e Museo Monumento ogni anno vengono visitati da 40 mila persone e noi vorremmo raddoppiare questa cifra.
Alle giovani generazioni chiediamo di studiare la storia che è passata per le nostre strade, le nostre case, le nostre genti. Chiediamo a loro di essere portatrici di una nuova memoria, di attualizzare quel messaggio, di essere capaci di indignarsi di fronte alle bestialità che si verificano oggi nella nostra società come nel mondo. Il 25 Aprile è allora la data di una liberazione ma anche la data che coincide con la nascita vera di un senso di comunità più ampio che caratterizza le nostre terre. Dopo la lotta partigiana chi aveva combattuto nella Resistenza divenne la classe dirigente di questi territori rappresentando le istituzioni democratiche e contribuendo a far sì che una regione come l’Emilia-Romagna, la più povera assieme alla Calabria, diventasse protagonista di uno sviluppo economico e sociale senza precedenti, sempre nel solco della Costituzione repubblicana e mai al di fuori da essa. Proprio qui a Carpi d’altronde assieme all’Anpi in occasione del 70esimo della Liberazione abbiamo consegnato centinaia di attestati ai familiari dei resistenti, dopo che negli anni scorsi il Ministero della Difesa tramite le Prefetture ha fatto lo stesso con la consegna di Medaglie d’Oro ai partigiani ancora in vita.
Mi avvio a concludere citando un aneddoto che ritengo significativo:
a Cracovia, nel corso di uno dei viaggi della memoria che ogni anno portano 500 studenti del nostro territorio a visitare i Campi di concentramento in Germania o in Polonia, alla presenza di un noto complesso musicale, tutti i ragazzi si sono messi a cantare in coro Bella Ciao, il giorno prima della visita ad Auschwitz. Ci siamo poi accorti nella serata che un piccolo gruppo di studenti si era appartato in una saletta vicina e cantava l’Inno di Mameli. Gli abbiamo chiesto come mai e loro ci hanno detto che Bella Ciao era una canzone di parte e l’Inno invece no. Abbiamo passato ore a parlare con loro e con tutti gli altri partecipanti al viaggio, insegnanti compresi, di Resistenza e Costituzione: se non ci fosse stata Bella Ciao, gli abbiamo spiegato, avremmo cantato dopo il 1945 la Marcia Reale.
Il 25 Aprile è allora la Festa di tutti. E al riguardo chiediamo a Lei, Signor Presidente, in qualità di garante della nostra Costituzione repubblicana, di continuare ad essere sempre un faro per le istituzioni, a partire dagli enti locali, quelli che qui rappresento oggi in qualità di Sindaco davanti a lei; le chiediamo di aiutarci a trovare il modo per affrontare questi passaggi mai in maniera banale, mai in maniera celebrativa ma sempre con la capacità di lasciare qualcosa al futuro della nostra comunità.
Grazie Signor Presidente per la Sua visita, grazie per l’attenzione che ci ha dedicato e che ci dedicherà sempre e comunque nella costruzione di un Paese migliore.
Il Sindaco di Carpi
ALBERTO BELLELLI