Una lettera dei Sindaci dei Comuni dell'Unione delle Terre d'Argine ai 'vicini' reggiani
La legge 56 del 2014, la cosiddetta Legge Del Rio che ridisegna i confini e competenze dell’amministrazione locale, e la Leggeregionale 13 del 30 luglio scorso sul riordino istituzionale e la riforma delsistema di governo locale hanno fatto nascere un dibattito nel quale sonoancora presenti diverse incognite; tra queste vi è la definizione di areavasta, sia nelle sue connotazioni geografiche ma soprattutto in quellefunzionali. Siamo convinti che l’area vasta debba essere identificata neicriteri di un agire politico più che strettamente amministrativo e crediamo chequesta occasione di riordino istituzionale possa permettere ai territorilimitrofi, che già oggi condividono infrastrutture, viabilità e spesso anchevocazioni economiche, imprenditoriali e addirittura culturali, di trovarsinelle condizioni di programmare il futuro assieme.
Riteniamo ci siano le condizioni per compiere sceltestrategiche capaci di rendere questo territorio competitivo verso l’esternoanzichè al proprio interno. La logica di area vasta ci deve far pensare semprepiù ad investimenti su infrastrutture aventi un interesse sovracomunale. LaCispadana, ad esempio, avrà una ricaduta non solo sui comuni dell’Unione delleTerre d’Argine, ma su quelli della vicina Unione dell’area nord e certamenteanche su quelli di oltre Tresinaro che confinano con Carpi e Novi, fino albasso mantovano. Non si tratta solo di azionare, con singole convenzioni adhoc, la leva gestionale dei servizi, ma di avere la capacità di leggere assiemele esigenze di comunità simili e da sempre vicine. Non è questa l’occasione perriconoscere una propria identità sovracomunale ed istituzionale tra territoricosì simili? Come Unione delle Terre d’Argine abbiamo voluto affidarerecentemente, al fine di costruire un piano di sviluppo organico per ilterritorio della nostra Unione, uno studio di fattibilità ad hoc sulle suepeculiarità, e così stiamo ragionando per definire un Piano StrutturaleComunale tra Novi di Modena, Soliera e Carpi, naturalmente coordinandolo con ilnuovo strumento urbanistico di Campogalliano, da poco approvato.
Con tutto il rispetto per i comuni attualmentepresenti nella provincia di Modena ci pare limitativo che il dibattito sullearee vaste abbia dato per assodato il criterio di partire sempre e comunquedall’unità amministrativa preesistente, la Provincia appunto, e non da questesituazioni oggettive. Troveremmo poco produttivo che, alla fine di questodibattito, ci si trovasse di nuovo al tavolo con comuni dell’Appenninomodenese, che poco hanno da condividere con realtà come i comuni dell’Unionedelle Terre d’Argine, rispetto alla più naturale delle dimensioni, quella di undialogo con Rubiera, Fabbrico, Rio Saliceto, Correggio, San Martino in Rio,eccetera.
Dobbiamo giocare un ruolo da Comuni cerniera, al dilà dei confini amministrativi, portando questi fattori che ci uniscono alcentro del dibattito in un ambito d’area vasta che non è a prescindere reggianoo modenese; che non è quello delle vecchie Province come le abbiamo conosciutefino ad ora, ma che possa, grazie alle sue peculiarità, diventare riconoscibilee garantire una capacità di attrazione. Chiediamo a tutti gli attori in campodi valutare l’opportunità di incontrarci per discutere di questo e perabbattere questo confine creando nuove modalità e abitudini basate sul pensaree sull'agire insieme.