Presentata una mozione del Movimento 5 Stelle, poi non approvata --Comunicato stampa n.310 del 19/11/2015

Il ‘question time del cittadino’ è stato al centro dei lavori del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 12 novembre. E’stata infatti discussa dal civico consesso in questa data una mozione del Movimento 5 Stelle che, ricordando come altri comuni si avvalgano di questo istituto per ampliare la possibilità della relazione tra cittadino e amministrazione e favorire la partecipazione attiva dei primi alla vita politica, chiedeva di inserire nel Regolamento sul funzionamento del Consiglio comunale un’integrazione che disciplinasse questo istituto a Carpi.

Il gruppo del Movimento 5 Stelle chiedeva in particolare che si prevedessero per ogni Consiglio trenta minuti dedicati al ‘question time’ prima dell’inizio della seduta e come l’iniziativa “consistesse in una sola domanda formulata dai cittadini in modo conciso (tempo massimo di esposizione tre minuti) su argomenti di rilevanza generale connotati da urgenza o particolare attualità politica riguardanti comunque problematiche inerenti al territorio comunale. La richiesta del cittadino deve arrivare per iscritto all’Ufficio Protocollo del Comune, la risposta deve essere di cinque minuti al massimo a cui seguiranno due minuti di controreplica dell’interpellante. Domande e risposte dovrebbero poi essere inserite in una apposita sezione sulla Rete Civica del Comune”.

Aprendo il dibattito il capogruppo di Ncd-Fdi-An Cristian Rostovi ha ricordato come a Campogalliano il ‘question time’ si faccia “ma non nelle serate del Consiglio comunale” e che questa richiesta serviva “solo a mettere in difficoltà il Pd”. Mariella Lugli (Pd) ha invece ricordato i vari strumenti e istituti di partecipazione già ora a disposizione dei cittadini. “Non ci sono a Carpi momenti, luoghi e strumenti per ridurre quel gap che si ritiene essere presente? Siamo così lontani dai nostri concittadini, sono queste istituzioni luoghi chiusi e non disponibili al confronto? Le porte dei Sindaco e degli assessori – ha detto - sono sempre aperte e gli stessi gruppi consiliari si sono fatti promotori di istanze, esigenze e richieste del territorio in questo Consiglio. Non credo sia il ‘question time’ il modo per accorciare la distanza tra cittadini e istituzioni”. Si è aperta poi una discussione nella discussione, sul modo nel quale si deve esplicare la rappresentanza nelle istituzioni elettive. A chi, come Monica Medici (M5S), ha spiegato come i consiglieri fossero solo portavoce dei cittadini ma non rappresentanti di essi, hanno replicato ad esempio Roberto Arletti, Francesco Lodi e Paolo Gelli (Pd) e Roberto Benatti (Fi) dicendo che invece il ruolo di consigliere comunale ha oneri e onori ai quali non si può abdicare e che bisogna essere degni invece di rappresentare gli elettori e i cittadini in genere.

Il capogruppo del Movimento 5 Stelle Eros Andrea Gaddi ha poi sottolineato come il dibattito dimostrasse come “si ha paura dei cittadini se si ritiene di non sostenere una iniziativa che avrebbe riguardato 12 ore all’anno di impegno. Non vedo le motivazioni per non votare questa mozione”.  E se il collega di gruppo Luca Severi si è diffuso sulle problematiche del sito Internet dell’ente e sul diverso ruolo delle Commissioni consiliari in altri comuni vicini il consigliere del Pd Marco Reggiani ha invece sottolineato “il poco rispetto delle istituzioni da parte del Movimento”. L’assessore comunale alla Partecipazione Milena Saina dal canto suo ha esordito spiegando come non si debba dare spazio alla deresponsabilizzazione e al semplice lamento. “Mettiamo passione e interesse nel nostro lavoro di amministratori – ha detto – e stiamo studiando strumenti comunicativi nuovi, che vedrete all’opera già ad inizio anno, ad esempio i social network su cui ci sono valutazioni in corso. Nella frazioni ad esempio ho fatto una esperienza di larga partecipazione ed ascolto reciproco”. Dopo le dichiarazioni di voto la mozione ha ottenuto l’assenso del solo gruppo M5S e il no degli altri consiglieri presenti in aula. Il Sindaco Alberto Bellelli ha sottolineato che non si sarebbe espresso su questa mozione, per rispetto dell’autonomia dei consiglieri su un argomento che li riguardava direttamente.

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