La delibera, non approvata, dovrà passare di nuovo all’esame del civico consesso --Comunicato stampa n.92 del 19/3/2014

Il Consiglio comunale di Carpi nella seduta del 13 marzo scorso aveva all’ordine del giorno una delibera riguardante modifiche e aggiornamenti dello Statuto dell’Unione delle Terre d’Argine. Ampio è stato il dibattito su questo tema, introdotto dalle dichiarazioni del Sindaco Enrico Campedelli, che ha tra l’altro anticipato che in questo modo l’Unione avrà prossimamente un Consiglio di 32 e non più di 30 membri (uno in più per Carpi, assegnato alla minoranza e uno in più per Soliera, assegnato invece alla maggioranza). Il Segretario generale Anna Messina ha poi brevemente illustrato le modifiche e gli aggiornamenti allo Statuto, dovuti alle novità contenute nella Legge regionale 21 e nel Testo Unico degli Enti Locali: questi riguardano ad esempio la disincentivazione al recesso dei Comuni dall’Unione, la possibilità per l’ente associato di ottenere materie e deleghe anche da Stato e Regioni oltre che definendone di proprie e poi ancora il settore Statistica, il Difensore Civico, il sistema dei controlli interni, l’eliminazione della possibilità di avere gettoni di presenza e indennità per i consiglieri dell’Unione, la facoltà e non più l’obbligo per l’ente di avere un Direttore Generale, l’inserimento di un nuovo articolo sulla eventuale gestione dei servizi attraverso strumenti societari. Il Presidente del Consiglio comunale Giovanni Taurasi ha a questo punto ricordato che la delibera doveva essere votata da almeno due terzi dei consiglieri (21 su 31 dunque) per essere considerata approvata: nel caso questo non fosse avvenuto si sarebbe dovuto ripresentare l’atto al civico consesso in due sedute successive e questa volta lo si sarebbe dovuto votare a maggioranza semplice.
Andrea Losi (capogruppo di Carpi 5 Stelle) ha polemizzato con l’assessore Cinzia Caruso sul tema della possibilità di presentare mozioni on-line e sulla tempistica di questa delibera mentre il collega del PdL Roberto Andreoli, anche dopo avere ascoltato le motivazioni portate al riguardo dal Segretario Generale Messina, si è chiesto come mai non fossero state coinvolte le opposizioni e il Consiglio stesso in sede di studio di queste modifiche ed aggiornamenti. “Una mancanza di partecipazione e confronto molto grave”. Andreoli ha poi detto che avrebbe presentato un ordine del giorno che chiedeva di svolgere uno studio di fattibilità per arrivare all’unione dei 4 Comuni, spiegato che l’attribuzione di due consiglieri in più non era dovuta ad una scelta politica ma solo alla Legge 21, auspicando infine che si potesse, così come accennato dal Sindaco e da due consiglieri del Pd nel corso del dibattito sulla delibera precedente a quella in discussione, guardare anche al progetto di fusione.
Andrea Bizzarri (capogruppo Idv) ha invece criticato il deficit democratico nei consigli dell’Unione e anche comunale, sottolineato positivamente la decisione di presentare un odg sullo studio di fattibilità di un futuro Comune unico, ribadendo che “non si vede una direzione di marcia, un punto di svolta finale per l’ente associato”. Sulla stessa lunghezza d’onda di Bizzarri le dichiarazioni del consigliere del PdL Cristian Rostovi mentre la consigliera Pd Daniela Depietri ha invece criticato l’atteggiamento della minoranze che in Conferenza dei capigruppo dell’Unione avrebbero sempre bloccato i tentativi di trattare temi legati ai regolamenti dell’ente, rimarcando poi come, in mancanza di chiarezza su cosa succederà alle Province, sia prematuro parlare ora di fusione. E se il capogruppo della Lega nord Argio Alboresi ha definito il rapporto 22 a 10 tra maggioranza e minoranza del futuro Consiglio delle Terre d’Argine “non rappresentativo democraticamente” la capogruppo di ApC Giliola Pivetti invece dal canto suo ha non solo criticato anch’essa la mancanza di coinvolgimento sulla delibera in discussione in aula ma ribadito che pure con un eventuale studio di fattibilità bisognerà verificare come mantenere i campanili all’interno di un percorso di fusione tra comuni. “Ritengo poi che le decisioni prese sulla rappresentanza in Unione siano anticostituzionali – ha detto - e chiedo che per evitare ‘furbatine’ sia scritto chiaro che il Direttore Generale non è previsto per le Terre d’Argine”.
E se il Presidente del Consiglio Taurasi ha poi provato a spiegare l’iter anche temporale che ha portato a discutere giovedì scorso la delibera, motivandolo anche con l’esigenza di tenere conto dell’urgenza elettorale, di nuovo il capogruppo Losi ha contestato il percorso seguito per arrivare a ciò, con parole che sono state a loro volta criticate dalla consigliera Pd Maria Grazia Lugli. Maria Viola Baisi (Pd) ha preso le mosse dalle parole di Losi per stigmatizzarle e spiegando che “non bisogna ragionare in termini campanilistici ma in un’ottica di area vasta. Le minoranze sembrano interessate solo alla rappresentanza”. Francesca Cocozza (Pd) ha sottolineato le realizzazioni positive dell’Unione e ricordato come le minoranze prima si dicevano contrarie all’ente associato “e ora invece vogliono addirittura la fusione tra Comuni e parlano di un anacronistico campanilismo”. Intervenuti prima della replica finale del Sindaco anche il consigliere Pd Bruno Pompeo e il capogruppo di Fratelli d’Italia-An Antonio Russo, quest’ultimo lamentando il sempre minor peso del Consiglio comunale con il passaggio di nuove deleghe all’Unione e lo squilibrio della rappresentanza nel Consiglio dell’ente associato.
Il Sindaco Campedelli ha infine ricordato che le Terre d’Argine erano nel programma elettorale della coalizione di centro-sinistra sia nel 2004 che nel 2009, che proporre la fusione tra Comuni vuol dire fare fallire questa esperienza, che porta innovazione anche all’interno del sistema degli enti locali e di fronte pure alle novità contenute nella Legge regionale. “In Emilia-Romagna ci sono 348 Comuni e 46 ambiti ottimali individuati dalla Legge 21; Carpi rientra esattamente in quello definito proprio dal territorio dell’Unione Terre d’Argine”. Confermando l’utilità dell’ente associato in termini di maggiori servizi resi possibili da minori spese, il Sindaco ha ribadito che “ai cittadini interessa avere servizi di qualità e non tanto il campanile. Solo la solidarietà tra enti potrà darci la possibilità di avere un ruolo in area vasta. Non serve meno ma più Unione e per me è un problema ad esempio non essere riusciti a delegare anche la materia urbanistica ad essa. Sono le cose a volere che si vada nella direzione della cooperazione rafforzata; i tempi stringenti per arrivare a votare questa delibera sono dovuti al fatto che chi verrà dopo di noi su questi banchi dovrà fare delle scelte, ad esempio sul ruolo del Direttore Generale, e in questo modo potrà farle”.
Dopo le dichiarazioni di voto la delibera è stata approvata da 17 consiglieri del gruppo Pd, con l’astensione di Bizzarri, l’uscita dall’aula di Losi e il voto contrario degli altri consiglieri presenti in Consiglio. La delibera non avendo ottenuto una maggioranza qualificata, dovrà ora passare all’esame nuovamente del Consiglio comunale.
 

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