Presentate e approvate le controdeduzioni alle 10 osservazioni presentate --Comunicato stampa n.151/b del 25/5/2015
Tosi ha sottolineato presentando in aula la delibera come in questo modo si concluda un percorso lungo e travagliato per ciò che riguarda la pianificazione del dopo-sisma e come il Piano abbia verificato l’esistenza nel Prg di 2233 vincoli urbanistici dentro e fuori il centro storico su altrettanti edifici. Per 403 di questi (33 nel centro storico) il vincolo di tutela posto dalla pianificazione territoriale prima del 2012 è stato eliminato (si possono ridurre così ad esempio pianta e volumi dell’edificio ma ricostruire in base ai dettami della tradizione locale e con materiali consoni) mentre per i restanti 1830 (1175 fuori e 655 dentro il centro storico) il vincolo è stato invece confermato.
A seguire l’architetto Carla Ferrari, che si è occupata negli ultimi due anni della redazione del Piano, ha presentato le osservazioni giunte riguardo al secondo stralcio dello stesso (10 in tutto, erano state 29 invece per il primo stralcio), divise in diverse casistiche, delle quali 4 parzialmente o totalmente accolte, e le relative controdeduzioni. Ricordando anche come nel caso degli edifici del centro storico non si sia ricorsi ad una triplice classificazione come nel caso di quelli al di fuori di esso ma ad una unica. Il 10% degli edifici del cuore della città hanno subito danni gravi per il sisma del 2012 in base alle schede AEDES compilate e pure per quest’area è stata prevista una nuova classificazione dei vincoli come nel primo stralcio, anche verificando la perimetrazione delle UMI.
Dopo un dibattito che ha visto intervenire diversi consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione la delibera sul secondo stralcio del Piano della Ricostruzione è stato alfine approvata dal Consiglio con il voto favorevole del Pd e l’astensione di Movimento 5 Stelle, Ncd-Fratelli d’Italia-An, Forza Italia, Carpi Futura. Tra gli esponenti dell’opposizione che sono intervenuti in merito a questa importante e complessa delibera Monica Medici del M5S ad esempio ha lamentato i tempi lunghi per il disbrigo delle pratiche e i troppi vincoli che porterebbero ad un progressivo abbandono del centro storico cittadino, mentre al contrario il fatto che si siano lasciati ancora troppi vincoli e che la burocrazia regionale ‘inceppi’ la macchina amministrativa è stato stigmatizzato da Roberto Benatti di Forza Italia, che ha chiesto anche di “chiudere un occhio ad esempio su materiali e destinazioni d’uso per dare più slancio al centro storico”. Dai banchi della maggioranza il capogruppo Pd Paolo Gelli ha teso a ridefinire i contorni della delibera rammentando che “i vincoli sono previsti dalla normativa e che non li definisce il Comune” e come invece la legalità dev’essere il criterio da perseguire nelle opere della ricostruzione post-sisma dando indicazioni ai cittadini che vogliono ristrutturare od intervenire sui loro edifici.
L’assessore Tosi ha spiegato infine che il fatto che siano arrivate solo una quarantina di osservazioni da Carpi, dove ci sono ora oltre 1800 edifici vincolati e 29 mila sono quelli esistenti, non dipenda da un presunto disinteresse della città “ma dal fatto che questa ha condiviso le scelte fatte dall’amministrazione comunale sul Piano della Ricostruzione, in base al quale entro il 2017, a cinque anni dunque dal terremoto, contiamo di concludere la distribuzione dei contributi regionali. Tenendo sempre in considerazione che l’edificio vincolato significa maggiori contributi regionali. E non è vero – ha concluso Tosi - che puntiamo ad un centro morto visto che con questo strumento urbanistico abbiamo messo in moto azioni che vanno proprio nel verso contrario. Da domani, concluso il lavoro sul Piano della Ricostruzione, penseremo al nuovo PSC”.
L’ultimo atto relativo al passaggio in Consiglio della delibera ha prima visto votazioni sulle singole controdeduzioni alle osservazioni arrivate e poi quello sulla delibera nel suo complesso.
Votata subito dopo dal Consiglio comunale giovedì sera anche una seconda delibera, riguardante la riperimetrazione di due UMI (le Unità Minime di Intervento, in base alle quali ci vuole un progetto unitario per ogni intervento edilizio post-sisma): in particolare una di queste definisce nuove possibilità garantite ai privati per il recupero del palazzo di via Matteotti conosciuto come ‘di Don Battaglia’ o ‘ex Valenti’. In questo caso Pd e M5S hanno votato a favore e gli altri gruppi si sono astenuti.