(Prendere per la gola, ossia conquistare una persona attraverso la buona cucina.)
Armagner a bôca sùta.
(rimanere a bocca asciutta - arrivare a convito ultimato rimanendo
senza nulla da mangiare. Viene usato anche fuori dall'ambito alimentare.)
Tor un per la fam.
(Prendere uno per la fame, ossia ridurre una persona a fare una
determinata cosa facendo leva sulla fame.)
Mettr a la fam.
(Mettere alla fame, ossia ridurre una persona in uno stato di
indigenza assoluta.)
Ragiuner a pansa pina.
(Ragionare a pancia piena, ossia con serenità.)
Sragiuner da la fam.
(Sragionare a causa della fame.)
Vedregh dòpi da la fam.
(Vederci doppio per via della fame.)
An vedregh più da la fam.
(Non vederci più per la gran fame.)
Aver 'na fam da lòv.
(Avere una fame da lupi.)
La fam la tira al lòv fora dal bosch.
(La fame costringe il lupo ad uscire dal bosco.)
Laminteres dal brod grass.
(lamentarsi del brodo grasso - ossia essere incontentabili.)
Se Santa Lucia la t'làsa la vista/ L'aptit te gh'le//
(Se Santa Lucia ti lascia la vista, l'appetito ce l'hai! Esclamazione
usata, specialmente con i giovani, per sottolineare un grande appetito)
Mnestra fìsa e predica curta//
(La minestra deve essere densa, la predica corta.)
Aver tanta 'bundansa da pser ligher i can cun la salsìsa.
(Avere tanta abbondanza da poter legare i cani con la salsiccia.
)
An ne gh'manca gnanch al latt ed galeina.
(Non gli manca nemmeno il latte di gallina - ossia ha anche l'impossibile.)
Se un puvrett al magna 'na galeina/ o è màle al puvrett
o è màle la galeina//
(Se un povero mangia una gallina o è ammalato il povero
o è ammalata la gallina. Usato per sottolineare il fatto che difficilmente
i poveri potevano permettersi di mangiare carne di gallina.)
A tevla a n's'invecia mai.
( a tavola non si invecchia mai.)
Al g'ha la lova.
(ha una fame da lupi)
Al g'ha 'na fam ca l' magnarev un ed travers.
(ha una fame che mangerebbe una persona di traverso.)
Al g'ha 'na fam ca l' magnarev anch sovra la pansa d'un mort.
(Ha una fame che mangerebbe anche sopra la pancia di un morto.)
Magner a grepa panza.
(mangiare a dismisura)
Magner a quater ganas.
(mangiare a quattro ganasce, significa mangiare con estrema avidità)
Magner come un porch.
(mangiare come un porco - Mangiare senza ritegno e senza alcun
garbo)
I sôven i magnen/ i vecc i biàsen.
(I giovani masticano i vecchi biascicano - sta a significare
che per i giovani le cose hanno un sapore più intenso.)
Chi g'ha i deint a g'manca al pan/ E chi g'ha al pan a g'manca i deint.
(A chi ha i denti manca il pane e a chi ha il pane mancano i
denti.)
Magner come un pulsein.
(mangiare come un pulcino - mangiare poco).
Magna pan a tradimeint.
(mangiapane a tradimento - detto di chi vive sulle altrui spalle).
Magner e bever a uff.
(mangiare e bere senza pagare o a spese altrui)
Magner in punta ed furchèta.
(mangiare in punta di forchetta - mangiare in soggezione).
Magner cui deint davanti..
(mangiare con i denti davanti, ossia non gradire o non avere
appetito)
Magner coi occ'.
(mangiare con gli occhi - espressione che sottolinea come anche
il senso della vista contribuisca ad appagare quello del gusto)
Al digeris anch i sass.
(digerisce anche i sassi. Espressione usata per sottolineare
come una persona mangerebbe di tutto).
Magner 'sta mnestra o salter 'sta fnestra.
(Mangiare questa minestra o saltare la finestra - Si dice a chi
disdegna quanto è disponibile e non solo per il vitto ma in generale
).
Pin come n'ov.
(Pieno come un uovo - sazio).
Pin come n'och.
(Pieno come un'oca - Un tempo per ingrassare le oche le immobilizzavano
e le nutrivano forzatamente.)
Issèr da òv e da lat
(Essere da uova e da latte - Significa essere di bocca buona,
accontentarsi di quello che c'è, adattarsi a tutto.)
Issèr da past e da rader
(facendo riferimento al formaggio grana, essere sia da pasto
che da grattugiare - significa adattarsi ad ogni evenienza.)
A n'saver nè ed sel nè ed pèver
( si dice di cosa o persona particolarmente insipida.)
Bèver a garganèla.
(bere senza bicchiere).
Al bev come un lavel.
(bere come un lavandino - significa tracannare senza misura.)
Al bev come 'na ciavga.
(Bere come una chiavica. significa tracannare senza misura.)
Bèver come 'na spùgna.
(Bere come una spugna - bere molto)
A tira più i ôcc che la panza.
(Tirano più gli occhi della pancia - Comportamento tipico
di un ingordo.)
L'ort l'è un mes porch.
(l'orto è un mezzo maiale - sottolinea la fortuna di averlo)
Grass come un porch.
(grasso come un maiale).
Grass come un capoun.
(grasso come un cappone).
Alchers i sbafi.
(Leccarsi i baffi - Azione prodotta da una vivanda ben cucinata).
Alchers i dii.
(Leccarsi le dita, azione prodotta da una vivanda ben cucinata
quando viene consumata senza usare le posate.)
Al vein al fa boun sanghev.
(Il vino fa buon sangue - poichè il vino può dar
colore ai pallidi cagionevoli di salute e agli anemici era somministrato come
medicamento. Attualmente questo rimedio empirico ha trovato conferme scientifiche,
ovviamente nel rispetto della misura.)
Alcher anch al piatt.
(Leccare il piatto - Azione prodotta da una buona vivanda di
cui non si vuole lasciare nemmeno l'ombra, oppure da una fame smisurata.)
L'è seimper la stèsa sùpa.
(E' sempre la stessa zuppa - a sottolineare che il vitto è monotono.)
S' la n'è sùpa, l'è pan bàgne.
(Se non è zuppa è pan bagnato - espressione usata
per sottolineare la monotonia del vitto ma anche di altre cose.)
Il pane guadagnato aguzza l'appetito.
L'è mej paghergh un vìsti che inviderl a sèina!
(E' meglio pagargli un vestito che invitalo a cena - Si dice
di una persona che mangia fuori dal comune).
Fer la vìta ed Michilaz: magner, bever e ander a spass/
(Fare la vita di Michelaccio: mangiare, bere e andare a spasso.
Espressione censoria nei confronti di persone sfaccendate.)
Santa Comda la fèva al pan da ster a lett.
(Santa Comoda faceva il pane stando a letto. Si dice a una persona
sfaticata.)
Boun come al pan.
(Buono come il pane - Espressione usata per sottolineare la bontà
di una persona partendo da quella del pane da tutti riconosciuta)
Fer pan insemm.
(Fare pane insieme significa intendersi, avere notevoli affinità,
pensare e agire nello stesso modo.)
Un la fà/ cl'eter la magna.
(Uno la fa e l'altro la mangia - Usato per dire che tra due persone
c'è una buona intesa)
Tgnir in man la mescla.
(Tenere in mano la mescola - Partendo dal fatto che a tavola
la spartizione delle parti era prerogativa della reggitrice, tenere in mano
la mescola significava detenere potere sulle cose familiari.)
Aver miss al porch a l'ôra.
(Avere messo il maiale all'ombra - significa avere la possibilità
di ingrassare il maiale che era tenuto nel poco illuminato stallo dei bassi
comodi attigui alla casa rurale contadina.)
D. "Cusa gh'è da magner?". - R."A gh'è di andett
fatt a caplett."
("Cosa c'è da mangiare?" "Ci sono degli
"andetti" (nulla) fatti a cappelletti.")
Spuder in dal piatt in du s'magna.
(sputare nel piatto dove si mangia - azione riprovevole da cui
sortisce l'esortazione:"An spuder brisa in dal piatt in du t'magn!!";
entrambe le due espressioni assumono un significato ampio che va ben oltre l'aspetto
alimentare.)
Aver nos e mazol.
(avere noce e martello per romperne il guscio - usato per dire
che si ha tutto quanto può servire in qualsiasi situazione)
Pôvra nûeter sa vin i spagnol/ i s magnen la cherna e i s'lasn
i fasô//
(povera noi se vengono gli spagnoli/ ci mangiano la carne e
ci lasciano i fagioli - Esclamazione entrata nell'uso locale dopo l'occupazione
spagnola che, seppur breve, dal 1525 al 1530, ebbe a lasciare un segno indelebile.)
L'è brùta ( o l'è brutt) come la fam.
(E' brutta/o come la fame - esclamazione che sottolinea la bruttezza
di una persona).
"Magna bev e tes e spast al nes"
(Mangia e taci e pulisciti il naso - espressione utilizzata per
zittire un giovane o una persona che si intromette in un discorso dal quale
deve restar fuori).
Chi vuol godere la festa/ digiuni la vigilia//"