Una personalità per un terzo carpigiana - A cura di Luciana Nora
Ernest Borgnine: una personalità per un terzo carpigiana - di Luciana Nora
All'inizio degli anni '80, visionando l'enorme deposito di negativi dei fotografi carpigiani Gasparini, tra le decine di migliaia di fotogrammi, l'attenzione è stata catturata dal volto di un uomo ripreso di profilo, braccia in seconda, affrontantesi con un altro in una scherzosa, singolare e molto confidenziale sfida tra epe, protese entrambe in uno sforzo estensivo, mostrate con un certo compiacimento, probabilmente dopo un lauto e gustato pranzo a cui, in ragione dei sapori eccezionali della cucina locale, era pressoché impossibile non abbandonarsi.
Sebbene fossero in negativo, quei lineamenti marcati, assai comuni tra la gente locale, interpretabili erroneamente come segnali di un carattere forte e aspro, in realtà naturali maschere per celare il quasi innato carattere estroverso di quanti, padani, sono stati da sempre esposti al mondo esterno, balzarono comunque all'attenzione creando un certo stupore: - Possibile! Sembrerebbe quasi l'attore Ernest Borgnine!- Lente d'ingrandimento alla mano per entrare nel dettaglio e il dubbio si faceva quasi certezza, dopodiché la conferma pressoché definitiva la si traeva dal fotogramma successivo in cui l'attore, di fronte, era ripreso seduto sul piano lavoro di una macchina taglia/cucitrice per maglieria, già simbolo di un settore produttivo locale ormai affermato che caratterizzava l'economia carpigiana, considerata uno dei poli più significativi a livello nazionale ed europeo
La stampa dei negativi che componevano tutto il servizio fotografico sgomberava il campo da qualsiasi possibile equivoco. Un calendario rientrante nell'inquadratura di una immagine permetteva peraltro di datare l'evento con una certa precisione, collocandolo nel luglio 1961. Domanda: - Cosa ci faceva Ernest Borgnine a Carpi? - Immediata la risposta dell'anziano fotografo Cinzio Gasparini, all'epoca autore del servizio: - Semplice, Borgnine ha origini carpigiane e, nella primissima infanzia, ha soggiornato a Carpi per qualche anno presso la famiglia dello zio materno Ricciardo Boselli con la quale, unitamente ad una foltissima schiera di altri parenti, ha poi conservato rapporti nonostante la notevole lontananza.- Il servizio fotografico lo aveva colto presso la famiglia dei cugini Pavarotti. Il lauto pranzo c'era stato veramente e, come ricorda il cugino Silvano, su esplicita richiesta dell'attore, il menù era a base di polenta condita con ragù e cacciatora di coniglio; il tutto, come si conviene, innaffiato abbondantemente con lambrusco locale che, com'è noto, ha il pregio dell'incomparabile innocuo diletto…e passa indisturbato senza insidie né per la testa, né per le gambe, lasciando soltanto, come traccia, un senso di ilare leggerezza.
Peraltro quello non era il primo rientro a Carpi dell'attore: ce n'era stato uno precedente nel 1957, a un anno dall'attribuzione del massimo riconoscimento in campo cinematografico: l'Oscar. Nell'interpretazione del film Marty, che gli era valsa il più ambito premio di ogni artista, Borgnine aveva fatto emergere quella propria istintiva natura apparentemente in contraddizione con i tratti somatici, che, per dirla con la critica, lo affrancava da ruoli malvagi e brutali e, piuttosto, lo includeva finalmente tra i "buoni" della cinematografia. E' probabile che, dopotutto e per certi aspetti dai possibili tratti autobiografici, quel ruolo gli fosse assai più congeniale degli altri dato che, a tradire l'immagine costruita e rivelare la bonarietà propria del suo carattere, è sufficiente il generoso sorriso tramite cui l'espressione del volto trasfigura al reale.
Riscoprire la carpigianità dell'attore famoso generava una curiosità imperativa e attraverso un breve giro di contatti con i parenti, si apprendeva che la madre, Anna Boselli, era una carpigiana d.o.c., nata a Cortile il primo gennaio 1894, terza di cinque figli del conte Vincenzo Boselli. Ancora ragazza, al seguito della sorella Mariuccia, Anna si trasferiva in America; là incontrava e sposava Camillo Borgnino e, da quell'unione, nasceva Ernest. Vicende familiari avevano poi ricondotto a Carpi Anna Boselli assieme al figlio in tenera età.
Del loro soggiorno/residenza carpigiano, in particolare di quello del futuro attore, si trova traccia presso gli uffici anagrafici del comune di Carpi da cui si apprende che l'originale identità di Ernest è Ermes Borgnino, figlio di Camillo e di Anna Boselli, nato ad Amden in Connecticut il 24 gennaio 1917; a Carpi ha risieduto nella centralissima via Duomo al numero 5 e, il 28 aprile 1921, risulta si trasferisse a Milano unitamente alla madre; poi da Milano a Torino, presso i parenti del padre, dove la madre avviava un'attività commerciale. E' certo però che Ermes, dai tre ai sei anni e fino al ritorno in America, abbia continuato a vivere per lunghi periodi presso lo zio Ricciardo e la zia Maria, tra Carpi e San Marino. Una fase assai importante nella vita di ogni individuo, dove naturalmente i processi di apprendimento sono intensi e rapidi, cosicché l'attore ha imparato perfettamente ancor più dell'italiano, il dialetto locale poiché, a quel tempo, indistintamente presso tutti i ceti sociali, era l'idioma parlato per eccellenza, attraverso cui diveniva possibile identificare la provenienza delle persone e discriminare tra locali e non. Tant'è che nei suoi fugaci ma intensi rientri, ha voluto sottolineare la mai dimenticata esperienza infantile, recuperando ed esternando ricordi con espressioni in dialetto ibridato con l'italiano, ovviamente entrambi con inevitabili inflessioni inglesi.
Di lui bambino ha un vivo ricordo la cugina quasi sua coetanea Iris Pavarotti, figlia di una sorella della madre di Ernest: "Ermes doveva avere quattro o cinque anni ed è stato a casa nostra un bel po' di tempo con sua mamma. Anche da piccolino, e me lo ricordo bene dato che io e lui siamo circa della stessa età, faceva sempre le commedie. Lui scherzava con tutti, era un bambino orgoglioso, birichino come non ce ne sono uguali: io da lui le prendevo sempre. Era molto goloso: mia madre aveva l'abitudine di fare i tortellini dolci in casa e ne dava dieci ognuno che dovevano durare tutta la settimana ma lui, in due giorni faceva in tempo a mangiare tutti i suoi e quindi andava a prendere quelli degli altri e poi si nascondeva…lui abitava presso lo zio Livio e anche da Ilio…" A dare conferma dell'esuberanza del suo carattere è lui stesso che, senza una punta di rossore, in una suo rientro carpigiano aveva a ricordare con linguaggio colorito di salaci battute dialettali di quando con gli altri monelli del vicinato andava a rubacchiare l'uva nei prati prossimi a Porta Mantova o quando si recava a fare il bagno senza il permesso dello zio che al ritorno lo sculacciava regolarmente.
Il primo ritorno a Carpi dopo la celebrità, nel luglio 1957, era quasi un tributo allo zio Ricciardo, il quale, invitato per il conferimento del Ragno d'oro attribuito a quanti, italiani o di origine italiana si sono fatti onore all'estero, in sostituzione del nipote che per ragioni di lavoro non poteva presenziare alla cerimonia, a sua volta si era visto costretto a mancare, perché colto da un serio malore all'atto stesso della partenza.
Il Borgnine che ormai celebre ritorna a Carpi nel 1957, secondo il copione del film "I Vichinghi" da lui cointerpretato assieme Janet Leigh, Kirk Douglas e Tony Curtis, le cui riprese si giravano in Germania, era un uomo corpulento e barbuto, sulle prime quasi irriconoscibile, tutt'altro che truce ma caldamente affabile, che ebbe ad intrattenersi con i tanti che, saputo del suo arrivo, lo attendevano e arrivarono ad assediarlo. Aveva allora trentanove anni, la cronaca lo descrive con capelli neri e crespi, camminata greve e dinoccolata di atteggiamento un po' assonnato nonostante gli occhi brillassero come braci…le parole gli crepitano sulla bocca come zolfanelli accesi…la sua personalità è massiccia e abbondante come il suo fisico… talento artistico di inesauribile fertilità, compreso tra due poli: il sanguigno sergente Trippa e il sensibile, femmineo Marty La cronaca di allora riporta: "[…] quando è sceso dalla macchina ha chiesto dello zio, conte Ricciardo Boselli, tutti hanno capito che il loro celebre compaesano era finalmente arrivato. Da quel momento Ernest Borgnine non ha avuto più pace. Una gran folla gli si è stretta intorno e lo ha accompagnato fino alla casa dello zio dove da qualche giorno lo aveva preceduto suo padre Camillo" .
Nel suo primo rientro a Carpi dopo la celebrità, era accompagnato dalla prima moglie Rhoda, in un terzo, dopo il 1961, dalla smagliante Katy Jurado, seconda delle cinque sue unioni e a chi, in occasione del suo viaggio di nozze in Italia con la quinta moglie Tova, gli chiedeva di tracciare un suo autoritratto e il perché del suo continuare a credere nel matrimonio dopo le precedenti esperienze non propriamente positive, consegnava di sé questa immagine: "Io non mi sono mai vergognato di essere italoamericano, non l'ho mai nascosto…mia madre è la contessa Boselli di Carpi e mio padre è il dottor Camillo Borgnino di Torino. Una buona famiglia, che ha sempre lavorato e lottato. Gente comprensiva che mi ha persino incoraggiato a diventare attore. A vent'anni ero uno scavezzacollo che si era arruolato in marina. Dieci anni su e giù per gli oceani, compresa tutta la durata della seconda guerra mondiale. Poi il ritorno a casa e incomincio a bighellonare, a poltrire…Mia madre un bel giorno mi dice: - Ernesto, perché non fai l'attore?- Così ho provato, sono riuscito e adesso penso che lei stessa, la contessa Boselli di Carpi, abbia sempre sognato di fare l'attrice. Però non me l'ha mai confessato e, del resto, non gliel'ho mai chiesto…Io ho bisogno di qualcuno perché in questo mondo non si può essere soli, almeno io non riesco a vivere solo: ho bisogno di qualcuno vicino a me…adesso ho una donna che crede all'affetto stabile, che la sera guarda con me la televisione e vedendo la serie della quale sono interprete da anni nei panni di un incallito marinaio mi tiene per mano, ammicca e non mi risparmia le critiche…[per me] è importante l'armonia…".
Attraverso un'intervista successiva aggiungeva ulteriori elementi di conoscenza: "Prima di fare del cinema, per molti anni ho lavorato con una compagnia d'attori che giravano per la Virginia, recitando un po' di tutto, ma particolarmente Shakespeare. Venivamo pagati in natura: quando lo spettacolo piaceva, ricevevamo polli, frutta, salumi; se non piaceva…arrivavamo a perdere parecchi chili…Mi piace il golf, ma soprattutto mi piace dormire quando c'è la televisione accesa. Qualunque programma, bello o brutto, mi fa venire un sonno profondo…vado a pescare. Avevo una Ferrari, ma adesso…la circolazione è difficile, quindi ho abbandonato la macchina veloce e ho preso una berlina. Vivo in California a Beverly Hills, il quartiere di Hollywood, dove risiede la maggior parte degli attori del cinema americano…ma pochi attori frequentano casa mia…" .
Omaggio a Ernest Borgnine da parte degli artisti carpigiani
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