Materiali raccolti e ordinati in occasione del Convegno Nazionale di studi: "Alfredo Bertesi e la società carpigiana del tempo".
Giovanni Bertacchi guidato da Alfredo Bertesi racconta l'arte del truciolo
A cura di Luciana Nora
Materiali raccolti e ordinati in occasione del Convegno Nazionale di studi: "Alfredo Bertesi e la società carpigiana del tempo" tenutosi a Carpi nel gennaio 1990. |
Di Giovanni Bertacchi "Un’Arte italica – Il truciolo" Aspetti dell'industria del truciolo - di Luciana Nora
Giovanni Bertacchi a Carpi
Giovanni Bertacchi, nato a Chiavenna nel 1869, deceduto a Milano nel 1942, è stato docente all’Università di Padova dal 1916 al 1938. Ebbe ad abbandonare la docenza volontariamente come atto di dissenso verso il fascismo che su di lui operò una forte censura. Socialista con posizioni turatiane, fu interventista nelle Guerra del 1915/’18. Il manoscritto inedito “Il truciolo – un’arte italica”, qui riportato integralmente, il cui originale è conservato presso l’Istituto Storico della Resistenza di Modena, è riemerso nell’ambito delle ricerche condotte per li convegno nazionale di studi su Alfredo Bertesi e la società carpigiana del suo tempo, tenutosi in Carpi nel gennaio 1990. Non è datato ma, desumendo da un passo che tratta de “Il truciolo e la guerra” dove il truciolo viene definito “un buon patriota” in ragione del fatto che durante il primo conflitto mondiale l’industria si era fortemente impegnata nella produzione di reti mimetiche per l’esercito, si è può affermare con quasi certezza che sia stato scritto a cavallo del 1915 – ’18. È molto probabile che il rapporto tra Alfredo Bertesi, allora deputato socialista/riformista e lo scrittore poeta Giovanni Bertacchi si sia creato anche sulle loro simili posizioni di interventismo rispetto al primo conflitto mondiale. Forse anche per frequentazioni comuni in ambito politico con l’economista Achille Loria. Il saggio descrittivo di quest’arte e della sua organizzazione che ha caratterizzato Carpi per oltre quattro secoli, non è mai stato dato alla stampa, probabilmente in ragione del fatto che, cessata la guerra, per il truciolo si apriva una crisi non indifferente, e iniziavano ad agitarsi fortemente correnti tanto contrapposte che approdarono al fascismo che praticò strenue ostracismo nei confronti del poeta/scrittore.
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