L’Addendum bis è stato approvato nel corso della seduta del 23 marzo
Tra i temi all’ordine del giorno del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 23 marzo vi era anche una delibera relativa ad un Addendum bis alla scrittura privata di costituzione del Patto di Sindacato azionario fra i 21 Comuni soci di Aimag spa e che procrastinava di altri sei mesi (al 30 ottobre prossimo) il termine entro il quale si può disdettare il Patto stesso da parte dell’ente locale. Un atto che andava approvato almeno un mese prima del termine in vigore per l’eventuale decadenza (30 aprile) e dunque entro il 30 marzo. Una scelta che, ha spiegato l’assessore all’Ambiente Simone Tosi, è stata presa di comune accordo con gli altri Comuni soci visto che sono in cantiere evoluzioni normative sulle società a partecipazione pubblica, con il nuovo Testo unico di settembre che poi è stato dichiarato incostituzionale e del quale Stato e Regioni stanno approvando una nuova stesura, si spera pronta entro l’estate. Successivamente a questa data nell’Addendum bis all’esame del Consiglio dell’altra sera si prevedeva un rinnovo semestrale automatico (ma sempre con il passaggio per l’approvazione nell’aula consiliare) fino al 30 aprile 2019, quando il Patto cesserà definitivamente. Contestualmente a questa delibera è stata discussa anche una mozione di Forza Italia che il consigliere Roberto Benatti ha presentato chiedendo al Sindaco che, a tre anni dall’inizio della legislatura, dicesse finalmente una parola chiara sulle scelte da prendere per l’azienda multiservizi di cui Carpi ha il 20% circa delle quote, dando al contempo la disdetta del Patto di Sindacato.
Il dibattito sulla delibera è stato ampio: i consiglieri Giorgio Verrini (CF) e Eros Andrea Gaddi (M5S) hanno ricordato la raccolta di firme in corso per arrivare ad un referendum sulla materia, e se Verrini ha spiegato come non si sappia bene quale sia il pensiero dei Sindaci e del Patto sulla vicenda della cessione di Aimag Gaddi ha da parte sua accusato l’ente locale di ostruzionismo visto che non ha consentito che i consiglieri comunali potessero vidimare i moduli della raccolta di firme e il Sindaco in particolare di aver posto in atto un imbarazzante sbarramento burocratico. Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere Paolo Pettenati (CF): Cristian Rostovi (FdI) ha chiesto al gruppo Pd quale fosse la sua posizione, ribadendo che prorogare semestralmente la valenza del Patto non desse all’azienda la possibilità di programmare. Monica Medici (M5S) ha detto invece che il decreto Madia non può essere la scusa per non decidere e per obbligare i Comuni a vendere l’azienda e che l’errore è stato fatto nel 2008 con la vendita di quote ad Hera.
Roberto Benatti dal canto suo ha affermato che bisognava dare la disdetta al Patto di Sindacato e non prolungarlo per sei mesi, diventando così l’Addendum una spada di Damocle sulla testa degli amministratori locali che attendono che da Bologna o da Roma qualcuno arrivi per dire loro che fare. Roberto Arletti (Gruppo Misto) ha poi preso la parola per dire che nel 2008 chi ha scelto di vendere una quota di azioni ad Hera ha anteposto il suo interesse al bene comune mentre il capogruppo del Pd Marco Reggiani ha sottolineato la trasparenza del percorso compiuto negli ultimi anni definendo offensive le parole di Arletti e ribadendo come questo percorso serva ad individuare non il nome dell’azienda partner ma il modello da perseguire, per fare in modo che gli obiettivi che il Patto di Sindacato si è dato vengano condivisi da un soggetto affidabile.
L’assessore Tosi in sede di replica ha ricordato come i servizi pubblici locali non possano essere affidati direttamente ma attraverso gare, che se vengono vinte da altre aziende possono depauperare il patrimonio rappresentato da Aimag per i cittadini carpigiani. Ci vuole dunque, ha detto, un partner per condividere il rischio d’impresa e affrontare le sfide del futuro e la scelta di richiedere manifestazioni d’interesse rientra in questo percorso di ricerca di un modello. Nel 2008 da parte dei Comuni soci si sono vendute quote ad Hera per ottenere soldi freschi per fare investimenti e la stessa cadenza semestrale delle scadenze del Patto ci è imposta dal decreto Madia. Il Sindaco Alberto Bellelli ha chiuso il dibattito rammentando come le proposte di Hera e Tea siano due modelli da evolvere ed approfondire da parte del Patto in uno scenario competitivo. La fluidità amministrativa non aiuta, ha concluso il primo cittadino, contestando ciò che Carpi Futura e il consigliere Arletti avevano detto nel corso del dibattito. Su queste ultime affermazioni del Sindaco e sulla raccolta firme pro referendum si sono soprattutto soffermati gli interventi dei diversi gruppi in sede di dichiarazioni di voto.
La mozione presentata da Roberto Benatti è stata alfine respinta dal Consiglio comunale con i voti favorevoli di Forza Italia e Fratelli d’Italia e contrari degli altri gruppi. La delibera sull’Addendum bis invece è stata votata da Pd, Gruppo Misto, Carpi Futura e M5S mentre Fi e FdI hanno votato contro.