Il dibattito di fronte ad un folto pubblico e alla presenza della dirigenza dell’Azienda Usl
Il Consiglio comunale di Carpi giovedì 2 marzo è stato completamente dedicato alla sanità, con la presenza dei massimi dirigenti dell’Azienda Usl provinciale e dello stesso Direttore Generale Massimo Annicchiarico, così come era stato richiesto da un ordine del giorno votato all’unanimità il 9 febbraio scorso. Dopo gli interventi del Sindaco Alberto Bellelli e di Annicchiarico, oltre che dell’assessore alla Sanità Daniela Depietri, hanno preso la parola i rappresentanti di tutti i gruppi consiliari, prima delle repliche dei dirigenti dell’Azienda e degli stessi Annicchiarico e Bellelli. Folta la rappresentanza dei cittadini presenti nell’aula consiliare: tra loro molti volontari e dipendenti dell’Azienda.
Il primo cittadino, che è anche Co-presidente della Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria, nella sua prolusione ha ricordato come il tema dell’ospedale Ramazzini si inquadri in quello dell’unificazione in corso tra Policlinico di Modena e Baggiovara e che consentirà di reinvestire risorse e risparmi, dando una nuova identità al nosocomio cittadino e consentendo un nuovo protagonismo dei territori. Bellelli ha poi rammentato come sia stata appena inaugurata la nuova sede cittadina della Medicina dello Sport, siano stati avviati i lavori per la nuova Residenza psichiatrica e si stia approntando il progetto della nuova Casa della Salute che sorgerà in via Peruzzi: opere attese da tempo e che però devono essere completate da altre realizzazioni e da un adeguamento di personale e mezzi, come richiesto peraltro da altri due ordini del giorno approvati anche questi recentemente dal Consiglio comunale. Al Pronto Soccorso dell’ospedale in primis dove mancano sei medici. Poi c’è il tema delle grosse criticità presenti in diversi reparti, dei primariati ‘scoperti’ o che lo saranno tra poco e quello dell’inadeguatezza delle Camere ardenti: sul tappeto ci sono poi altri temi come la mancanza della piazzola dell’elisoccorso e l’adeguamento della medicina territoriale con la sua integrazione dinamica con l’offerta del Ramazzini, possibile grazie ad investimenti destinati alla creazione di strutture medie adatte alla fase post-acuzie da trattarsi in ospedale, come l’hospice o la Casa della Salute.
L’assessore Depietri ha poi letto due interventi, l’uno firmato dalla Funzione Pubblica-Cgil e l’altro dell’associazione Al di là del muro: la prima chiedeva impegni su personale medico e infermieristico e non solo, soprattutto del Pronto Soccorso e una riapertura del dialogo con l’Azienda interrotto a novembre; la seconda riaffermava invece la sua fiducia nell’Azienda Usl per il percorso avviato di comune accordo per arrivare a breve al nuovo servizio di Residenza psichiatrica a trattamento intensivo e di Diagnosi e Cura.
Il Direttore Annicchiarico ha esordito dal canto suo ribadendo di essere rimasto colpito in questa sua esperienza modenese della ricchezza della comunità carpigiana, che impone di agire con responsabilità per non disperdere il capitale esistente. Poi ha sottolineato il disegno strategico messo in atto da un anno e mezzo, cioè l’unificazione dei due nosocomi modenesi e la contemporanea rilettura della rete ospedaliera provinciale, “che deve essere fatta con responsabilità ed equilibrio per fare sistema pur essendo la sanità un ambiente complesso e in continua modificazione organizzativa. Se riusciremo - ha detto - manterremo le peculiarità dei diversi territori nel campo del welfare”.
Sono poi intervenuti i consiglieri comunali Giorgio Verrini (CF), Cristian Rostovi (FdI), Roberto Benatti (FI), Roberto Arletti (Gruppo Misto), Mariella Lugli (Pd) e Eros Andrea Gaddi (M5S).
Verrini ha ricordato le tante risorse andate ai nosocomi modenesi e i tanti punti di sofferenza del Ramazzini, dai primariati al ruolo dei singoli reparti, fino alla necessità di sinergie che aiutino a preservare le eccellenze, anche valorizzando i professionisti qui impiegati, soffermandosi infine sui costi per la sanità emiliano-romagnola dei viaggi dei pazienti carpigiani o dell’area nord verso la Lombardia e altre regioni.
Rostovi ha esordito sottolineando come Carpi sia stanca di promesse, “come quelle elettorali di Campedelli nel 2009 sull’ospedale unico – ha detto - o le inaugurazioni propagandistiche di Errani di sale operatorie non funzionanti. Per il dopo sisma 70 milioni di euro sono andati al Policlinico, con risorse poi spostate a Baggiovara e a Sassuolo. Al Ramazzini c’è l’amianto ma l’Azienda nega il problema, i dipendenti vanno in burn-out e sulla Residenza psichiatrica non si risponde alle promesse fatte”.
Benatti ha rammentato come la politica abbia da tempo abdicato sulla sanità non essendoci peraltro nemmeno più la Provincia a fungere da contraltare dei tecnici sul territorio. “Lo stesso Sindaco Bellelli come Copresidente della CTSS assieme a Muzzarelli non esiste. Stasera non si parla della strategia per i prossimi 5-10 anni, altro che ospedale unico per l’Area Nord…La politica – ha affermato - chieda a chi di dovere i soldi e i mezzi e di dirci se si vogliono chiudere gli ospedali del modenese. E dovrebbe gestire il Comune gli aspetti amministrativi del volontariato per evitare ciò che è avvenuto ad esempio per la Croce Rossa…”
Arletti ha chiesto al Direttore Annicchiarico di prendersi un impegno, ad esempio sulle inadeguate Camere ardenti del nosocomio cittadino, avanzando la proposta di una Sala del commiato magari nell’area dove oggi sono insediate le Onoranze funebri comunali vicino al cimitero urbano.
Lugli riprendendo l’intervento del Sindaco ha spiegato come si debbano “salvaguardare le eccellenze, creare strutture e percorsi intermedi che facciamo da filtro fra ospedale e territorio, incentivare la formazione di medici e paramedici in un’ottica territoriale di servizio a tutta l’area nord. E il Ramazzini – ha spiegato - deve esercitare appieno il suo ruolo di ospedale d’area all’interno della rete provinciale”. Poi ha ricordato quanto la Regione sta facendo in campo sanitario, ribadito quanto sta avvenendo nella sanità modenese con la unificazione di Baggiovara e Policlinico e gli obiettivi che sottendono a questa scelta, sottolineando il ruolo che può svolgere la Casa della Salute in attesa di ricevere le risposte richieste sui problemi del Ramazzini, sempre ricordando il ruolo del volontariato e dell’associazionismo in termini di confronto e sollecitazione con enti locali ed Azienda Usl. “Magari – ha concluso - si potrebbero ripetere a scadenza annuale questi momenti di incontro con l’Azienda”.
Gaddi ha invece toccato nel suo intervento il tema della salute dei dipendenti dell’ospedale, che non verrebbe tutelata, sia dal punto di vista della presenza di amianto nella struttura che dell’efficientamento energetico: poi è passato ad evidenziare la carenza di personale, al Pronto Soccorso e nei reparti di Medicina, e il fatto che gli impegni presi sulla nuova Residenza psichiatrica in nove mesi sono cambiati con una riduzione di posti. “Direttore cosa vuole fare per l’ospedale? Attendiamo la rimozione dell’amianto, più personale e migliori condizioni di lavoro e anche un Registro dei Tumori”.
Alle domande e agli spunti critici emersi dai diversi interventi dei consiglieri comunali hanno risposto i dirigenti dell’Azienda Usl: in primis Stefano Toscani, Direttore del Dipartimento interaziendale emergenza urgenza, poi Gerardo Bellettato (Direttore del Servizio Unico Attività Tecniche) e infine Fabrizio Starace, Direttore del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche.
Toscani ha spiegato che dal primo aprile arriveranno 5 nuovi medici al Pronto Soccorso, che la struttura ogni anno accoglie tantissimi pazienti, di cui 12 mila bambini, 8000 con problemi ortopedici, 2500 oculistici e 20 mila fragili o cronici. “Abbiamo avviato percorsi predefiniti per gli infermieri per gestire questi ultimi, mentre riguardo all’elisoccorso per scelta regionale la città può vedere atterraggi solo nei campi sportivi. E comunque per andare a Modena è più veloce l’ambulanza via strada che quella via cielo”.
Bellettato ha invece dal canto suo sottolineato i tanti interventi in corso al Ramazzini (200 mila euro ad esempio per svuotare la vecchia Residenza Psichiatrica, con il cantiere avviato nel Corpo 10 del nosocomio), il progetto terminato per la ristrutturazione del Corpo 6, la costruzione in corso dell’elemento di collegamento tra i due blocchi operatori, l’imminente attivazione del cantiere della Casa della Salute da 4 milioni di euro. “Rispetto alla Camera mortuaria l’amianto è stato tolto dalle coperture due anni fa ed è in corso – ha detto - un intervento sull’impianto di climatizzazione. Ma sempre sull’amianto la manutenzione è periodica e non ci sono punti di pericolo all’ospedale. Nel Piano investimento dell’Azienda Usl il vostro ospedale c’è con una programmazione pluriennale di interventi”.
Storace infine ha spiegato che la sperimentazione in corso a Carpi nel campo dei servizi di salute mentale ha un esempio solo simile in Italia. “Non sono le persone che si adattano ai contenitori della psichiatria post-manicomiale ma invece si concentrano in un unico spazio le persone a differente intensità di cura assistenziale e non in un contesto ospedaliero ma riabilitativo, in un contesto di vita: il tutto nel confronto con tutte le parti interessate, comprese le associazioni dei familiari: questo nuovo reparto che sta nascendo darà ampie garanzie di capacità di risposta – ha concluso - anche per competenza e presenza degli operatori del Diagnosi e Cura”.
Il Direttore Annicchiarico in sede di conclusione ha detto poi che sono diversi i concorsi per nuovi Primari e personale dirigente in corso o al via, che verrà attivata una ricerca di anestesisti, anche a contratto libero-professionale, che le emergenze carpigiane sono ben note e c’è l’impegno dell’Azienda a superare le situazioni di criticità, che nel 2017 (pur non essendo ancora pronto il Piano assunzionale) si prevede di arrivare ad un turn-over del personale vicino al 100%. Il Direttore Generale ha poi confermato che anch’egli visiterà con il Dirigente Bellettato le Camere ardenti dell’ospedale per capire come affrontarne le problematiche, che quello che c’è ora resterà al Ramazzini e che nel futuro del nosocomio c’è una sempre maggiore integrazione con la domiciliarità, la medicina territoriale e d’iniziativa, il volontariato. L’ospedale sarà sempre di più destinato ai ricoveri brevi, alle prestazioni con alta tecnologia e di alta specializzazione.
Il Sindaco Bellelli infine ha ribadito il ruolo che dovrà svolgere la Casa della Salute, che non sostituirà il Ramazzini ma rappresenterà un offerta medica più vicina alle persone e innovativa; ha sottolineato poi le problematiche che si troverà ad affrontare la sanità in un contesto in cui aumentano l’età media e le difficoltà legate alla non autosufficienza, che significano maggiori esborsi di risorse. La presenza di luoghi diversi per queste persone può portare a risparmi che serviranno a sostenere le attività con un giusto equilibrio socio-sanitarie. “La richiesta di uno studio di fattibilità votata dai Consigli comunali di Carpi e Mirandola in passato – ha spiegato - serve a portare a casa il fabbisogno della macroarea nord nell’ambito provinciale così come lo si sta riorganizzando: percorsi diagnostico-specialistici, utilizzo pieno delle piattaforme tecnologiche, supporti da altri nosocomi. Già ora Carpi e Mirandola devono muoversi come un sistema unico”. Il primo cittadino ha infine chiesto uno sforzo all’Azienda Usl per avere una seconda ambulanza del Pronto Soccorso 24 ore al giorno sette giorni su sette e ricordando di essere vicino ai volontari della Croce Rossa carpigiana.