Si tratta del primo stralcio, che riguarda il territorio ad esclusione del centro storico --Comunicato stampa n.144 del 22/5/2014

E’stata votata nel corso della seduta del Consiglio comunale di Carpi di ieri, mercoledì 21 maggio, l’adozione del primo stralcio del Piano della Ricostruzione, strumento previsto dalla Regione (in base alla legge 16 del 2012) e che sarà la traccia da seguire per ridare al territorio un volto nuovo dal punto di vista urbanistico dopo il terremoto del maggio 2012, modificando ove e se necessari il Prg e il Regolamento edilizio. Dopo le audizioni della Commissione consiliare Ambiente e Territorio con i rappresentanti di sindacati, associazioni di categoria e del commercio, ordini professionali e associazioni degli agricoltori e un’assemblea pubblica si è arrivati solo a primavera inoltrata al passaggio nel Consiglio comunale di questo importante atto; a causa, ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Simone Tosi presentando la delibera, della mole di lavoro necessaria per approntare questo strumento straordinario di pianificazione, il cui secondo stralcio sarà presentato al nuovo Consiglio comunale che uscirà dalle elezioni di domenica 25, presumibilmente a settembre.
L’architetto Carla Ferrari, che si è occupata della redazione del Piano, ha spiegato come il primo stralcio dello stesso si occupi della revisione della disciplina di tutela che il Piano Regolatore Generale (Prg) definisce per gli immobili di interesse storico-architettonico all’esterno del centro storico; definendo altresì sempre in base ai dettami della legge regionale 16 una normativa specifica per la riduzione del rischio sismico e per favorire la ripresa delle attività (ad esempio riducendo il numero dei parcheggi richiesti) e la rigenerazione urbana. Nel Piano è inserita poi una mappa dei danni (l’11-12% degli edifici al di fuori dal centro storico di Carpi ne ha registrati di gravi dopo il sisma di due anni fa) e pure una ricognizione puntuale con schede di tutti gli edifici d’interesse e tutelati. Si tratta di 1545 strutture, anche non segnalate come danneggiate dal sisma perché già in cattive condizioni, e che sono state riclassificate (un lavoro che potrà venire utile in occasione della redazione di nuovi strumenti urbanistici); per 333 di queste il vincolo di tutela è stato eliminato (si possono ridurre pianta e volumi dell’edificio ma ricostruire in base ai dettami della tradizione locale) mentre per i restanti 1212 è stato confermato (tra questi ci sono anche circa 150 ville padronali ed edifici religiosi).
Il geologo Giorgio Gasparini ha poi trattato della microzonazione sismica, presente nel Piano, definendo le tre conseguenze del terremoto su terreni come quelli del carpigiano e indicando come intervenire per diminuire i rischi (tenere in considerazione i periodi di vibrazione degli edifici, ad esempio, ma anche non costruire ex novo o innalzare di un piano palazzi lungo le direttrici viarie che devono restare libere in caso di emergenza).
Dopo un dibattito che ha visto intervenire diversi consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, con accenti anche critici, il Piano della Ricostruzione è stato alfine adottato dal Consiglio con il voto favorevole del Pd, della Lega nord e di ApC, e contrario del PdL, Carpi 5 Stelle e Fratelli d’Italia.
Per maggiori informazioni la Rete civica Carpidiem sulla sua home page propone i documenti adottati ieri dal Consiglio comunale.
 

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