"Percorsi di vita femminile"
La pubblicazione è esaurita ed è consultabile presso il
Centro di ricerca etnografica del Comune di Carpi
Materiali disponibili:
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Raccolta di testimonianze orali n°4 bobine per 4 informatori.
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Rilettura di tutta la documentazione orale raccolta a quella data e schedatura.
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Schedatura bibliografica.
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Raccolta fotografica presso privati ed archivi (negativi, riproduzioni da stampe originali,stampe da negativi originali e di riproduzione).
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Raccolta di documentazione da archivi e da emeroteche (riproduzioni in fotocopia ed originali ceduti da privati).
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Raccolta di oggetti di cultura materiale (prevalentemente giocattoli femminili, abiti da cresima e matrimonio, strumenti del lavoro femminile).
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Mostra dal titolo omonimo (itinerante).
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Tesi di laurea: tra il 1999 e 2000 a cura Marco Vaccari il percorso di ricerca é stato ulteriormente approfondito ed é sfociato nella tesi di laurea "I guaritori della campagna modenese" anch'essa consultabile.
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Pubblicazione di Luciana Nora dal titolo "Percorsi di vita Femminile- La donna attraverso l'immagine tra '800 '900".
Donne Guaritori
Più di tre secoli d'inquisizione, oltre agli attacchi e alla censura da parte della medicina e cultura ufficiali, continuati questi ultimi oltre l'inquisizione fino ai giorni nostri, non sono valsi a sradicare il fenomeno delle pratiche rituali tese ad alleviare o togliere il male.
La medicina popolare, muttata, ridotta a spettro della sue essenza, é sopravvissuta continuando ad agire nella semiclandestinità bisbigliante e discreta, sopratutto nelle frazioni rurali, in ognuna delle quali si trovano almeno una o due figure di guaritori che continuano ad agire come una sorta di servizio rivolto, si badi bene, anche al centro urbano. ...
Dal Truciolo al tessile abbigliamento
La donna nel carpigiano aveva una prerogativa in più rispetto a quella di altre aree: il truciolo. L'arte del truciolo, le cui origini sono da far risalire al '500, consisteva nel trarre dai tronchi di salice e di pioppo, opportunamnete coltivati, delle paglie (trucioli) sottili in miniera uniforme per spessore, larghezza e lunghezza. Le paglie ottenute venivano, poi, intrecciate in maniera più o meno complessa e andavano a formare una lunga fettuccia che esperte mani di cappellaie, sia manualmente che a macchina, utilizzavano per confezionare cappelli. Era questa una attività i cui tempi produttivi si concentravano massivamente in coincidenza della stasi dei lavori agricoli, che nelle sue fasi salienti si scolgeva a domicilio e confluiva poi negli stabilimenti carpigiani solo per le ultime operazioni. A domicilio o in fabbrica questa lavorazione occupava prevalentamente manodopera femminile: bambine, adolescenti, donne in età matura ed anziane. ...
tratto da "Percorsi di vita Femminile - La donna attraverso l'immagine tra '800 '900"
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